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Mental training e abilità mentali dell’atleta: goal setting (II)

Continuiamo a parlare di goal setting, la quarta tra le abilità mentali che vi propongo. Per scoprire meglio di cosa si tratta vi invito a leggere l’articolo dedicato (https://bit.ly/3pRqovN).

Dopo aver scoperto che cos’è e in che modo ci può essere utile la formulazione degli obiettivi (così si traduce spesso il goal setting in italiano), vediamo qualche suggerimento applicativo per scoprire come porsi buoni obiettivi in base a ciò che dicono gli esperti.

Per stabilire degli obiettivi ben formati ed efficaci vi propongo il modello SMART, acronimo composto dalle seguenti parole chiave:

  • S = specific (=specifico): l’obiettivo che vi ponete deve essere il più possibile specifico, definito in modo chiaro ed espresso in positivo. Esempio: “Nei 100 stile libero voglio arrivare a fare di 56.50” è più significativo di “voglio migliorare”;
  • M = measurable (=misurabile): significa che devo trovare qualcosa di oggettivo che mi permetta di capire che sto andando nella direzione giusta. Esempio: quando inizio a mantenere 27”5 nei 50 durante lavoro di tolleranza, quando ricevo feedback positivi dal mio coach, quando nelle gare intermedie al mio obiettivo miglioro anche di qualche decimo… Questo aiuta a mantenere alta la motivazione.
  • A = achievable (=raggiungibile): l’obiettivo deve essere accessibile rispetto le proprie risorse e, di conseguenza, realizzabile. Giusto per farvi capire, è difficile migliorare di 3” secondi nei 100 sl già il giorno dopo.
  • R = relevant (=rilevante): un obiettivo deve essere importante e sfidante, per cui come dicevamo prima, obiettivi troppo facili potrebbero far perdere la motivazione; obiettivi troppo difficili per contro possono diventare frustranti con conseguente effetto demotivante. Esempio: qualificarsi per le Olimpiadi quando ancora non si ha mai partecipato ad un campionato italiano.
  • T = Time-based (=basato sul tempo): fissare una data definita per il raggiungimento degli obiettivi. Mi raccomando questo non ci deve creare stress, ma esserci di aiuto.

A questo punto non ci resta che sondare quali tipologie di obiettivo possiamo porci. Ne segnalo intanto principalmente tre:

  1. Obiettivi di risultato: orientato sull’esito di una competizione come vincere una gara, il campionato, o appartenere ad una determinata squadra. In questo caso vi è poco controllo sull’obiettivo da parte dell’atleta (ovvero non possiamo controllare gli altri atleti o squadre o decidere autonomamente di entrare a far parte di un team). Se vengono investite troppe energie su questo tipo di obiettivo potrebbe esserci il rischio di esercitare pressione sull’atleta.
  2. Obiettivo di prestazione: connessi al miglioramento di un comportamento o di un’abilità (fisica o mentale) ritenuta fondamentale per ottenere una buona performance. In questo caso vi è un alto grado di controllo perchè è l’atleta che si impegna a farlo. Esempio: migliorare la concentrazione per un arciere.
  3. Obiettivo di processo: rappresentano ciò che è necessario fare per acquisire una determinata abilità. Sono strettamente legati agli obiettivi di prestazione poiché indicano, nello specifico, cosa fare per raggiungerli. Esempio: esercizi specifici per allenare la concentrazione.

In realtà volendo si possono differenziare gli obiettivi anche a seconda del tempo. In questo modo:

  1. Obiettivo a lungo termine: obiettivo che idealmente si prospetta tra 1 o 2 anni, ma anche 4 se si pensa a una Olimpiade;
  2. Obiettivo a medio termine: obiettivo che ci possiamo porre nell’arco di sei mesi;
  3. Obiettivo a breve termine: obiettivo che intendiamo raggiungere nell’arco di un mese.

Ricapitolando quanto esposto nei due articoli, ponetevi degli obiettivi di risultato, di prestazione e di processo in maniera smart e ponetevi delle scadenze a breve e medio e lungo termine.

Nel prossimo articolo vi darò altri spunti utili per costruire e pianificare la strada che vi porterà a raggiungere i vostri obiettivi. Continuate a seguirmi e per qualsiasi perplessità avete tutti i modi per contattarmi!

Fonti

A cura di: Dott.ssa Roberta Ioppi (http://wwww.robertaioppi.it), docente e consulente Psicologi dello Sport (http://www.psicologidellosport.it) referente Swim.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay 

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