Continuiamo a parlare di goal setting e, come promesso nell’articolo precedente (se non lo hai letto questo è il link https://bit.ly/3s7k853), scopriamo come sfruttarlo in maniera efficace.
Oltre ad averlo definito in modo chiaro è bene conoscere la deadline. Consiglio innanzitutto di scegliere degli obiettivi con scadenza a medio (6 mesi) o lungo termine (1 o 2 anni ma volendo anche 4 se si pensa a un’Olimpiade): questo ci aiuta ad avere più chiare le azioni da compiere nel tempo per raggiungere il nostro obiettivo, creando anche delle specie di “sotto obiettivi” con relative scadenze.
Quello vi andrò a spiegare come modello di riferimento da utilizzare per la pianificazione degli obiettivi è il modello GROW di John Whitmore.
La G sta per Goal, ovvero l’obiettivo. Se non te lo ricordi, puoi andare a vedere il mio articolo su come porti obiettivi efficaci (https://bit.ly/3s7k853). Un esempio di obiettivo è fare 57.5 nei 100 stile libero ai campionati italiani che si terranno il giorno x (tra 6 mesi).

Posto quindi l’obiettivo a medio o lungo termine e fissato concretamente sul calendario (anche questo aiuta molto), andiamo ad indagare la lettera R del modello di Whitmore, che sta per Reality. Poniti domande come “A che punto sono ad oggi rispetto il mio obiettivo?”, oppure “Da 1 a 10 a che punto sono per raggiungere il mio obiettivo?”, e di conseguenza “Se sono a 5 e voglio arrivare a 10, cosa sto facendo ora per arrivare lì? Cosa mi manca per farlo?”. Queste domande sono utili per darti una fotografia della situazione, con conseguente consapevolezza del punto in cui ti trovi rispetto l’obiettivo che hai stabilito. Tornando al nostro esempio esempio, senti di essere a buon punto, tipo 8 (nella scala da 1 a 10) perché ad oggi nuoti 57,98.
Passiamo ora alla O di Options. Si tratta della fase in cui andrai a valutare tutte le possibili opzioni, tutte le azioni utili per raggiungere il tuo obiettivo. In questo stadio si intendono anche gli obiettivi di processo, ovvero quelli che rappresentano ciò che è necessario fare per acquisire una determinata abilità. Per stimolarti a trovare nuove opzioni praticabili nella strada verso il tuo obiettivo, ci sono quattro domande che ti possono essere d’aiuto:
- Cosa farai di più? ovvero tutte quelle azioni che ti stanno già portando verso l’obiettivo, ma che devi solo fare più volte per potenziarle. Ad esempio puoi rimanere ancora più concentrato/a nei lavori di velocità, curare di più dettagli di partenza e virata.
- Cosa farai di meno? Cioè tutte quelle attività che allontanano dall’obiettivo, e dunque azioni da limitare. Possono anche essere azioni che ci piacciono ed è lì che sta il difficile.
- Cosa farai di nuovo? Vale a dire quelle nuove azioni che ad oggi non stai facendo, ma che se inizi a fare sai ti porteranno verso l’obiettivo. Possono essere nuovi comportamenti, nuove strategie oppure modi di pensare. Sempre per fare alcuni esempi, puoi pensare di cambiare i lavori in palestra oppure di cominciare a credere di poter migliorare anche a 30 anni.
- Cosa smetterai di fare? Cioè tutte quelle azioni che ti allontanano dall’obiettivo perché lo ostacolano e che quindi devono essere eliminate. Ad esempio smettere di lamentarsi prima di fare i lavori pesanti, o di pensare che non è possibile migliorare a 30 anni.
Eccoci arrivati all’ultima lettera, la W di Will che sta per futuro, in altre parole il piano d’azione che verrà. Dopo aver generato le varie opzioni, azioni, obiettivi di processo e tutte quelle cose da fare per andare verso l’obiettivo, è ora di pianificarlo per iscritto. Prendi carta e penna da una parte e la tua agenda o calendario dall’altra e crea la tua lista delle cose da fare; fai attenzione a collocarle bene nel tempo, specificando quando devono essere fatte, con chi, dove, entro quanto tempo e così via.
Se hai un obiettivo a medio lungo termine che potrebbe coincidere con un obiettivo di risultato (cioè orientato sull’esito di una competizione come vincere una gara, il campionato, o appartenere ad una determinata squadra), poniti obiettivi di tempo intermedi in modo da poter monitorare i tuoi progressi, possibilmente gratificandoti, perché questo aiuta a tenere alta la motivazione. In queste tappe intermedie possono rientrare anche gli obiettivi di prestazione (connessi al miglioramento di un comportamento o di un’abilità ritenuta fondamentale per ottenere una buona performance), poiché ti danno un tempo entro il quale acquisire tale abilità necessaria al raggiungimento dell’obiettivo.
Preparato il tuo piano d’azione non ti resta che metterlo in atto, quindi armati di volontà e autodisciplina e inizia il cammino!
Tutto chiaro allora questo goal setting? Se hai domande o hai voglia di qualche chiarimento a riguardo puoi scrivermi o contattarmi sui social, sarà mio interesse risponderti.
Fonti
- A cura di: Dott.ssa Roberta Ioppi (www.robertaioppi.it), docente e consulente Psicologi dello Sport (www.psicologidellosport.it) referente Swim.
- Foto di Wokandapix da Pixabay (foto plan).
- Foto di Josy Dom Alexis da Pixabay (mappa da mettere in caso vicino o sotto quando si parla di R reality.